Viviamo un’epoca in cui l’attenzione è diventata la risorsa più preziosa e i contenuti consumano il tempo delle persone, sempre più alla ricerca di concentrati emozionali.
Lo stesso modo di comunicare tra individui tende alla brevità. Sms, tweet, whatsapp, sono paradossalmente figli dell’haiku, il componimento poetico in tre versi nato in Giappone nel XVII secolo, dentro al quale, la necessità di sintesi costringe chi scrive a concentrare il significato e a comprimere temi semplici e dilemmi cosmici, nella logica rigidità della metrica.
L’autore di Solo Haiku, nel rispetto della struttura sillabica 5-7-5, va oltre le quattro stagioni dell’ortodossia nipponica e propone versi icastici che descrivono stati d’animo, luoghi, momenti, persone e sentimenti.
Tramite il potere evocativo delle parole, chi legge può esplorare il punto di vista dell’artista, che si rivela anche nei cento disegni a fronte delle altrettante liriche prive di titolo, crude istantanee del mondo e della condizione umana.