Quando, nel film Armageddon del 1998, il presidente degli Stati Uniti si rivolge agli abitanti della terra minacciata dall’impatto imminente di un asteroide, si libera della sua veste ufficiale e dice: mi rivolgo a voi semplicemente come essere umano.
Alle sue parole, si sovrappongono le immagini di persone che in ogni parte del mondo lo osservano e ascoltano dalla radio e dagli schermi televisivi.
In Italia, all’inizio di marzo di quest’anno bisestile, un gorilla, anzi, il Gorilla dall’inconfondibile accento romanesco, ha parlato all’umanità intera dalla tribuna della nuova pubblicità Crodino.
Restiamo umani è l’ossimoro pronunciato dal personaggio umanamente bestiale inventato quasi vent’anni fa per gli spot da “gorilla marketing” del famoso aperitivo che ora, attraverso un salto di specie positivo, vuole contagiarci con il suo appello all’abbraccio: deppiù deppiù, abbracciamose esaggeramo!
Stesse scene da film hollywoodiano di persone che lo guardano e ascoltano in ogni parte del pianeta e da ogni tipo di schermo. Da quello minuscolo degli smartphone fino ai maxi display della pubblicità esterna.
Sembra paradossale che Crodino sia uscito con la campagna “l’analcolico biondo che fa abbracciare il mondo” proprio nel momento in cui, nel mondo, si pratica la distanza sociale per limitare il contagio da Coronavirus.
Quando per lo stesso motivo il governo italiano ha deciso di chiudere temporaneamente le attività economiche non indispensabili, il presidente Giuseppe Conte ha concluso il suo discorso alla nazione dicendo: rimaniamo distanti oggi, per abbracciarci con più calore, per correre più veloci domani.
Sì, domani, quando seguiremo il consiglio del Gorilla: Damose n’abbraccio grande come er mondo.
Mi sembra già di sentire il romano disincanto di Trilussa, rispondere con lo stesso accento del primate della pubblicità: Semo amiconi… se volemo bene… ma restamo a ‘na debbita distanza!

Restiamo umani